Traforo Monte Bianco: cosa comporta la chiusura?
Vi abbiamo già raccontato della comunicazione di GEIE (Gruppo Europeo di Interesse Economico) relativa alla chiusura del Monte Bianco fino al prossimo dicembre (clicca qui). Un intervento necessario, per adeguare l'importante struttura agli standards di sicurezza che i trasporti moderni richiedono.
Gli itinerari alternativi proposti suggeriscono il passaggio da San Bernardo (destinazione Svizzera) o dal Frejus (destinazione Francia), ma anche questi possono portare criticità (clicca qui).
Proprio per questo motivo, Confindustria ha diramato una circolare in cui vengono illustrati gli impatti che la chiusura di questa importante arteria infrastrutturale, inevitabilmente, avrà. Nel dettaglio:
- attraverso il traforo transita una parte importante del flusso di export di merci italiane verso la Francia (della Regione ma anche delle altre regioni del Nord-Ovest);
- il Monte Bianco è la tradizionale via d’accesso del flusso di turisti francesi e svizzeri verso la Valle d’Aosta e le regioni vicine;
- questi due flussi contribuiscono in misura determinante all’economia regionale, ovvero alla realizzazione del suo valore aggiunto.
- per il traforo passa anche parte del flusso di merci francesi importate dall’Italia, importanti per i consumatori e per le imprese italiane.
Merci e turismo, un'equazione che ci rimanda alla centralità economica del traforo. Ed i dati lo confermano. Nel 2023, secondo quanto pubblicato dal report Confindustria, c'è stato un totale di 1,6 milioni di transiti (1.677.045) di cui 1.145.385 per moto e veicoli, 14.355 autobus e 517.305 di camion. Di questi, il 53,68% proveniva dall'Est Europa, il 22,91% dalla Francia ed il 12,62% dall'Italia. Numeri che non si discostano molto rispetto a quelli attualmente disponibili per il 2024.
E proprio questa centralità dell'economia che la chiusura del traforo andrebbe a diminuire drasticamente. Il Centro Studi di Confindustria ha infatti stimato che, nel caso di chiusura di tre mesi all’anno, l’impatto economico sul PIL annuo regionale sarebbe pari al -0,54%. Moltiplicato questo valore per i 18 anni di lavori a cui il traforo dovrò essere sottoposto (con chiusure parziali e/o totali9, la partita economica sarebbe pari circa a 11 miliardi di euro.